Dormire è credere

Dormire è credere.
L’insonne estivo ha fede nel sonno come un cristiano nel regno dei cieli.
All’insonne estivo manca  la pace: l’involontaria capacità di spegnere i sensi.
l’insonne estivo non sente la possibilità o la certezza che  la stanchezza, l’offuscamento, il caldo o la lettura porteranno a dormire. L’insonne estivo è certo solo che il sonno esiste perché lo vede attorno.
Vede il sonno promesso nei parenti assopiti dopo pranzo fra la traiettoria del ventilatore e l’angolo d’ombra disegnato dalle tapparelle. Vede il sonno negli amici dormienti in spiaggia indifferenti ai rumori e al sole, con un braccio e una gamba fuori dal telo che si sporcano di sabbia. Vede il sonno negli eroi dei film, lo legge nei libri.

Il sonno è ovunque.

Come un cristiano difronte un crocifisso, l’insonne estivo quando s’imbatte in chi dorme si sente in dovere d’inchinarsi, di non voltare le spalle, di costruire comportamenti rispettosi e rassegnati.

Come un cristiano difronte all’altare, l’insonne estivo quando guarda chi dorme sta pregando, cerca espiazione e conforto. Quel fissare il sonno,  scrutare da non troppo lontano quelle carni morte per un qualche tempo – come un rosario snocciolato – rilassa, assopisce, sfinisce e placa. Non fa dormire ma dà pace di riflesso, dà forza e senso all’attesa per l’avvento del sonno promesso.

L’insonne non cerca il sonno ma – come un cristiano – rinnova il suo voto al sonno promesso,
ricompensa incerta del credere messo alla prova.