ancora sto sveglio
a pensare al tempo che ho perso
e ne accumulo altro”
Colapesce
Non dormire le notti d’estate. Gli occhi si chiudono al mattino, alle prime luci.
Un’altra notte è stata sacrificata, altro tempo è stato rubato alla vita degli altri.
L’insonnia si vive come la composizione di una lista di desideri: l’ansia di finirla, la voglia di pensarci sempre.
Le mattinate sfumano, perdono peso: il quotidiano è un’impressione senza conseguenze. Si lascia ai dormienti regolari l’attenzione, le forze e le risposte che le mattinate pretendono; l’insonne gestisce il torpore, le debolezze e le tante domande.
Più morbido diventa lo stare al mondo, non ci sono più automatismi, la meccanica utile alle relazioni non la si fa funzionare.
Non c’è bisogno di scusarsi o di scusanti per l’insonne, sa che la veglia notturna non è spreco, non è sfinimento, non è solo malattia.
L’insonnia è un’altra vita perché è un altro tempo.
Non dormire le notti d’estate riconsegna lo stupore d’essere vivi.