L’idea che si lasci il posto dove si è cresciuti a favore di un altro lontano, diverso, non la si giustifica solo con la ricerca del lavoro o delle opportunità.
Finire in un altro posto significa voler diluire il peso specifico della propria identità. Sottrarsi agli occhi di chi ci conosce, godersi i vantaggi del non farsi notare, in un luogo magari più capiente in fatto di colpe, abitudini, sensibilità.
Annegarsi in questo anonimato concede la libertà più grande: ricostruire il racconto di sé. Che quel racconto sia credibile, prima di tutto verso se stessi, è un altro paio di maniche. Ma spesso fare del proprio futuro una foresteria è la scelta giusta.