C’è una geologia sentimentale delle case convissute.
Libri, vestiti, medicinali, ammennicoli, oggetti non definibili nemmeno ammennicoli, oggetti che esistono solo per essere dimenticati in casa di ex. Marker arcobaleno, pezzi 2. Tutta roba da primo strato, quello superficiale. Poi ce n’è un altro, un po’ più profondo: la disposizione dei mobili, i colori delle pareti. I colori sono la parte più profonda di questo secondo strato. Con qualcuno hai vinto un po’ di verde in cambio di molto fuxia. Prendi scelte fondamentali sull’idraulica.
Metti su una casa viva per un po’. Poi le cose si spengono con una rottura vulcanica. E librerie diventano pile di libri non tutti tuoi, la tv sta su una sedia.
Ci metti un po’ a inquadrare un’idea di casa per te nel post-sisma, ma ne stai ritirando su un’altra con un’altra, epifania di una nuova era geologica.
Il primo strato si trasforma velocemente: altri e nuovi ammennicoli. Poi anche il secondo strato, soprattutto nella disposizione dei mobili, inizia a modificarsi. Non trovi delle cose, non capisci lo spazio da condividere o non hai voglia di saperlo, ma cambi perché è importante.
Provi altre abitudini e disposizioni dei mobili, maldestro tentativo di ridisegnare geometrie sentimentali in uno spazio che per uno dei due già c’ha un’era geologica.
La geologia sentimentale ti permette di misurare e ho scoperto che le seconde ere spesso sono più brevi delle prime grazie all’effetto esperienza.
La casa oggi è vecchia di due ere geologiche e l’ho completamente mappata. Le condivisioni, le cessioni, le vittorie, le abitudini perse, le nuove abitudini, le abitudini cattive. Tutto rendicontato e descritto. Ma la geologia sentimentale non ha capacità predittiva. Ti dice solo ciò che hai fatto. Con un po’ di sforzo analitico trovi cose su cui lavorare, ma nulla che ti parli del futuro.
Questa geologia, infatti, non ha raccolto nulla di lei. Di lei che ha messo piede in casa in orari sconvenienti con un’autonomia che rasentava la spacconeria. Di lei che ha smontato la tua ostentazione di vizi e difetti oppure i tentantivi di fascinazione. E lo ha fatto priva di qualunque acidità, con ironia. E quando stava per smontarti lo sapevi che lo annunciava. Guardava in alto sollevando la fronte. Poi, riabbassando lo sguardo, stringeva occhi e naso, la mano destra saliva veloce dal basso verso l’alto e lei diceva “Bhof”. Infine, con quella stessa mano destra, ti abbracciava e ti parlava all’orecchio, smontandoti.
Da questo ho capito che la geologia sentimentale è sorda. Scoprirlo è stato una liberazione. La geologia resta a guardare le cose che hanno la capicità di prendere polvere, ma non sente altro. La geologia sentimentale misura i lasciti, non le gioie. La geologia sentimentale delle case convissute è solo un modo per dare un senso a dei soprammobili che prima o poi butterai.